Di Marta Tartarini e Marco Sacchetti
ROMA – Sulla vertenza Beko raggiunto la scorsa notte alle 3.30 al Mimit, dopo oltre 12 ore di trattativa, l’intesa tra azienda, sindacati e ministeri che sarà ora sottoposta al consenso dei lavoratori. Lo riferiscono fonti del Mimit.
L’intesa Beko prevede più di trecento milioni di investimenti e il mantenimento in attività di tutti gli stabilimenti e nessun licenziamento collettivo.
Siena, spiegano ancora le fonti Mimit, sarà acquisita da Invitalia con il Comune e avviato subito il processo di reindustrializzazione. Tutti i lavoratori saranno tutelati con ammortizzatori sociali. Ridotti di oltre la metà gli esuberi originariamente previsti, che saranno gestiti con uscite volontarie e incentivate.
Sul testo preliminare di intesa sarà aperta la consultazione con lavoratrici e lavoratori nelle assemblee nei singoli stabilimenti e il testo sarà sottoposto a referendum.
In caso di approvazione, l’accordo sarà siglato la prossima settimana, probabilmente lunedì 14 aprile, al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
REGIONE LOMBARDIA: DA MIMIT NOTIZIA POSITIVA, VARESE STRATEGICA
Una “notizia positiva e un importante passo in avanti, ora attendiamo l’esito delle assemblee dei lavoratori. Come Regione confermiamo massima disponibilità finalizzata al pieno sostegno di tutti i lavoratori e all’azienda affinché prosegua con strategicità la sua presenza in Lombardia garantendo continuità produttiva per il futuro attraverso investimenti e nuovi prodotti”.
Lo affermano gli assessori di Regione Lombardia Simona Tironi (Istruzione, Formazione e Lavoro) e Guido Guidesi (Sviluppo economico).
Se per Siena si profila l’intervento pubblico con Invimit, la situazione in Lombardia, dove la multinazionale turca degli elettrodomestici ha uno stabilimento a Cassinetta di Biandronno, nel varesotto, partiva da 541 esuberi dei 1.935 totali dichiarati su circa 2.200 dipendenti.
L’11 dicembre scorso durante uno sciopero di 4 ore era intervenuto anche il sindaco di Varese Davide Galimberti: “Non si tocchi neanche un lavoratore- aveva detto Galimberti- si comprenda che il sito produttivo di Cassinetta è una realtà strategica per il territorio e per tutte le aziende dell’indotto. Per questo serve un nuovo piano industriale che porti investimenti e che possa garantire continuità a una realtà fondamentale”.
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