L’automazione spinge verso decisioni impulsive mentre cresce la crisi debitoria nazionale, con più di una famiglia su 10 che non riesce a far fronte ai propri impegni finanziari
Una crisi silenziosa che si aggrava mentre l’automazione nel settore finanziario spinge sempre più verso decisioni d’acquisto impulsive e inconsapevoli. Il fenomeno assume dimensioni preoccupanti: il 21% degli italiani a rischio di sovraindebitamento ha un debito superiore a 40mila euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Parallelamente, l’automazione sta riducendo drasticamente la necessità di interventi umani nelle attività tradizionali.
“La tecnologia ci sta abituando a decisioni finanziarie sempre più automatiche e inconsapevoli”, spiega Andrea Martoni, esperto del settore finanziario e presidente di un’importante società nel settore del credito al consumo, con alle spalle un primario gruppo Bancario insieme al socio Luigi Monaco.
Il punto di partenza di questa tendenza lo si può riscontrare nel quotidiano, quando paghiamo con la carta o il telefono, non si avverte il “dolore” di privarsi dei soldi dal portafoglio. “È un gesto psicologicamente neutro che ti fa perdere la percezione di quanto stai realmente spendendo”, chiosa Martoni. “Il problema si manifesta in modo particolare con i nuovi strumenti di pagamento digitale. In America si rateizza qualunque bene da 10 dollari in su. Questo sistema ci sta portando verso un’era di indebitamento frenetico, dove le persone accumulano piccole rate senza rendersi conto dell’impegno complessivo. La risposta a questa deriva automatizzata arriva dal settore della consulenza finanziaria personalizzata. Aziende come M Finance, stanno investendo sulla formazione di consulenti umani proprio mentre il mercato spinge verso l’automazione totale”.
“Noi non facciamo vendita, facciamo consulenza”, precisa Martoni. “Nel primo contatto è sempre necessario fare un check-up finanziario gratuito della situazione del cliente. L’approccio consulenziale si rivela particolarmente efficace nei casi di sovraindebitamento grave. Spesso ci troviamo di fronte a persone con pignoramenti da 50-100mila euro. Attraverso accordi con gli studi legali, riusciamo a trovare soluzioni di saldo e stralcio che riducono o eliminano i debiti, liberando la persona da pignoramenti economicamente e psicologicamente molto pesanti”.
L’età media dei clienti che si rivolgono ai consulenti finanziari si attesta intorno ai 50-55 anni, includendo anche pensionati fino a 80 anni. “Un dato che evidenzia come il problema del sovraindebitamento colpisca fasce mature della popolazione, teoricamente più esperte nella gestione del denaro, ma se nessuno ti ha mai insegnato certe cose, non sono scontate”, sottolinea Martoni.
L’intelligenza artificiale, pur offrendo strumenti evoluti per l’analisi dei dati e la profilazione comportamentale, non può sostituire il fattore umano nella consulenza finanziaria. “Tra poco l’intelligenza artificiale ti contatterà per proporti prodotti finanziari”, avverte Martoni. “Noi non andiamo in quella direzione perché non crediamo che debba essere quello lo sviluppo del nostro settore. Privilegiamo le persone e la consulenza per evitare che l’automazione porti solo a maggiore indebitamento”.
Il settore della consulenza finanziaria sta reagendo investendo nella formazione di giovani Professionisti, M Finance infatti sta creando veri e propri vivai formativi, assumendo neolaureati e neodiplomati under 30 per formarli alla consulenza personalizzata. Una strategia che punta sulla crescita sostenibile piuttosto che sull’espansione veloce. Serve tempo e strategia da dedicare sia ai clienti e sia nella formazione dei futuri professionisti.
Le prospettive future del mercato vedono una crescente polarizzazione tra automazione e consulenza umana specializzata. Mentre il 32% dei posti di lavoro potrebbe subire cambiamenti significativi a causa dell’automazione, il settore della consulenza finanziaria personalizzata si configura come un’area di resistenza e crescita, dove la componente umana rimane insostituibile per gestire la complessità delle situazioni debitorie e prevenire il sovraindebitamento.
L’Italia, tradizionalmente paese di risparmiatori, si trova oggi a un bivio cruciale: abbracciare un’automazione finanziaria che rischia di aggravare la crisi del sovraindebitamento, oppure investire in un modello di consulenza umana che possa guidare le famiglie verso scelte finanziarie più consapevoli e sostenibili.

