L’esperto: “Manca la cultura della candidatura, molti si presentano senza preparazione”
La pubblica amministrazione italiana si trova ad affrontare una sfida senza precedenti nel ricambio generazionale: nonostante le 173.000 assunzioni previste nel 2024 attraverso concorsi pubblici e le oltre 2 milioni di candidature presentate nel 2024 per 288.000 posti disponibili, il sistema mostra evidenti criticità strutturali che vanno oltre i semplici numeri.
Il paradosso emerge chiaramente dalle parole di Francesco Angiola, consulente specializzato nella gestione di concorsi pubblici con 22 anni di esperienza nel settore: “Stiamo notando che parecchi giovani vincono i concorsi ma poi rinunciano. Innanzitutto perché spesso non sono pronti a determinate responsabilità, pensiamo ai concorsi da funzionari. Il giovane laureato fresco di studi passa l’esame, ma poi si ritrova con un certo peso, una certa responsabilità e rinuncia per andare nel privato dove magari va a guadagnare anche di più”.
La questione peraltro non riguarda solo la fuga dei talenti verso il settore privato, ma evidenzia un problema culturale più profondo nell’approccio alla candidatura. Angiola racconta episodi emblematici: “È capitato che arrivassero candidati il giorno delle prove concorsuali il cui nominativo non risultava in elenco poiché avevano presentato candidatura per un concorso differente, oppure che alcuni di loro si presentassero in orari o sedi differenti da quelli di convocazione. Ad esempio, recentemente in un concorso universitario a Roma: un candidato aveva presentato domanda per un’università diversa da quella per la quale si svolgeva la prova”.
La superficialità nell’approccio ai concorsi pubblici rappresenta un fenomeno diffuso che coinvolge candidati di ogni livello. “Manca a monte una preparazione perché in Italia si fa molta teoria e non si prepara il candidato ad affrontare il mondo del lavoro”, spiega Angiola. “Il candidato deve essere motivato a fare il concorso, spesso invece la candidatura non è presentata neanche dal candidato stesso, ma dal genitore o dal partner, per poi non presentarsi alla prova oppure svolgerla tentando la fortuna”.
I numeri confermano l’entità del fenomeno: nel dicembre 2023 erano in scadenza concorsi per oltre 1.700 posti tra ministeri, enti pubblici e settore sanitario, mentre nel corso dell’anno sono stati banditi concorsi per 11.228 assunzioni complessive, inclusi 1.644 funzionari di diverso tipo. L’aumento dell’occupazione pubblica ha contribuito significativamente alla crescita complessiva: a ottobre 2023, il numero di occupati in Italia è aumentato del 2,0% rispetto all’anno precedente, con un incremento di 458.000 unità.
La gestione operativa dei concorsi rivela la complessità logistica di un sistema che deve processare migliaia di candidature. “I comuni, anche quelli più grandi, bandiscono concorsi per 7-10 posti al massimo a fronte di 3.000-4.000 candidature”, racconta Angiola. “Organizziamo veri e propri eventi, usufruendo di multisala cinematografiche, palazzetti dello sport, capannoni fieristici. Trasportiamo migliaia di tablet per le prove informatizzate: sembra leggero mezzo chilo per tablet, ma se ne portiamo mille diventano 5 quintali”.
Il settore della consulenza per concorsi pubblici, pur essendo di nicchia, riveste un ruolo cruciale nel funzionamento della macchina amministrativa. “Siamo pochi a farlo a un determinato livello”, precisa Angiola. “Il nostro lavoro si basa tutto sul passaparola: se facciamo un errore in un concorso a Bari, a Milano lo sanno e non lavoriamo più neanche lì. L’Italia in questo campo si restringe a un piccolo quartiere”.
La pressione sui consulenti è tale che Angiola ammette: “La discrezione è fondamentale. Ci interfacciamo solo con la pubblica amministrazione, mantenendo sempre un elevato profilo di etica e d’indipendenza e ponendo come base un’elevata integrità morale. Tali principi si traducono in una ingegnerizzazione dei processi delle fasi preparatorie al concorso che prevedono elevati livelli di riservatezza. Ogni dato riservato è correttamente distrutto e ciò costituisce una garanzia soprattutto per la tutela dei dati sensibili dei candidati, in conformità sia con il GDPR, e la correlata normativa di riferimento in tema di distruzione documentale DIN66399, sia in conformità alla nostra integrità”.
La situazione attuale della pubblica amministrazione italiana presenta quindi un quadro complesso: da un lato la necessità urgente di rinnovamento generazionale e l’aumento delle opportunità lavorative, dall’altro la persistenza di approcci inadeguati che compromettono l’efficacia del sistema di selezione. Il ricambio generazionale nella PA, pur rappresentando un’opportunità storica per modernizzare l’apparato statale, richiede interventi strutturali che vadano oltre la semplice moltiplicazione dei bandi di concorso.

