Intervistato a Quarta Repubblica su Rete 4
Roma, 2 set. (askanews) – “Per la prima volta i magistrati scrivono nero su bianco come non sia compatabile la carica di governatore con accuse mosse nonostante non ci sia più la concretezza del reato. Abbiamo aspettato 86 giorni anche perché c’era da approvare il bilancio. Dopodiche mi sono dimesso perché far pagare alla Liguria una situazione di scontro tra poteri, uno stallo non avrebbe fatto bene. Non siamo stati noi a tenere in ostaggio la Liguria, sono stati i magistrati a mettere in carcere la Liguria in qualche modo, noi saremmo tornati ben volentieri al nostro lavoro”. Lo ha detto l’ex presidente della regione Liguria, Giovanni Toti intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4.
“Quando capisci che la tua controparte non sente ragioni – ha aggiunto – se non quelle che saranno in un’aula di giudizio, a un certo punto le amministrazioni devono andare avanti. Stupisce onestamente un’opposizione, che c’è passata, e una politica in generale senza eccezioni che non ha capito che prima Mani Pulite poi l’era Monti-Severino con i reati contro i colletti bianchi, ha costruito leggi che volendole interpretare portano a far sì che tu possa essere un corrotto o un corruttore per un atto legittimo di cui avevi diritto. Non c’è nulla di cui mi sono pentito in questi anni. Vorrei conoscere un atto illegittimo per cui sono sotto accusa”.