La Cgil di Rimini: “Qui nel commercio e nel turismo si lavora anche per un euro all’ora”

BOLOGNA – A Rimini “il grave sfruttamento lavorativo, più che in agricoltura, lo ritroviamo in certi negozi, ristoranti e alberghi dove si lavora anche per 1,09 euro all’ora”. La denuncia arriva dalla Flai-Cgil sulla base delle informazioni raccolte attraverso gli incontri formativi che il sindacato organizza dal 2018 in favore dei migranti ospitati nel sistema Cas e Sprar del territorio riminese.

OLTRE 100 ESPERIENZE RACCOLTE TRA I LAVORATORI MIGRANTI

Tramite questa iniziativa, finora “sono state formate 259 persone (oltre il 90% uomini), provenienti in 107 dall’Africa centrale, 83 dal Pakistan, 45 dal Bangladesh, nove dall’Afghanistan, tre dall’Ucraina, due dalla Somalia e dieci da altri Paesi”, raccontano in una nota Anna Donata Battaglia (segretaria della Flai di Rimini) e Marco Rinaldi (Flai Emilia-Romagna, coordinatore regionale del progetto Diagrammi nord). Da queste persone “abbiamo ascoltato 123 racconti di esperienze lavorative vissute nel territorio di Rimini- continuano i due sindacalisti- di cui 17 in agricoltura, 24 nel commercio (negozi e magazzini), 71 nel turismo (alberghi e pubblici esercizi), sette in edilizia, uno nella logistica, tre nella metalmeccanica”.

LA FLAI: IL LAVORO GRAVEMENTE SFRUTTATO ESISTE ANCORA

Per quanto riguarda le retribuzioni orarie, queste le cifre massime e minime per settore raccolte dalla Flai: “Da sei a 4,23 euro in agricoltura, da 10,38 a 1,09 euro nel commercio, da 10,98 a 1,65 euro nel turismo, da 8,08 a 5,76 euro in edilizia e 8,65 euro nel settore metalmeccanico”. La sigla di categoria precisa di non voler attribuire a questi dati un “valore statistico che sappiamo non possono avere, ma sicuramente come sindacato non possiamo trascurare lo spaccato che danno su come si svolge il lavoro sul territorio”, sottolineano Battaglia e Rinaldi. “A fianco del lavoro dignitoso, trattato e retribuito come previsto da leggi e contratti nazionali, continua ad esistere lavoro sfruttato e gravemente sfruttato”, affermano i due sindacalisti ricordando che per questi motivi la Flai, tra le varie iniziative, si è dotata dell’Osservatorio Placido Rizzotto (“Per accendere un riflettore sui fenomeni di criminalità e caporalato”) e ha coordinato in Emilia-Romagna il progetto Diagrammi nord, con l’obiettivo di “snidare lo sfruttamento in agricoltura”.

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COSÌ LO SFRUTTAMENTO SEGUE LA VOCAZIONE DEI TERRITORI

I dati citati, però, per la Flai confermano “ciò che il nostro territorio già conosce: lo sfruttamento lavorativo non è prerogativa di alcune latitudini italiane, ne solo di alcuni settori lavorativi- affermano Battaglia e Rinaldi- ma si estende a tutti gli ambiti a seconda della vocazione economica del territorio”: di conseguenza a Rimini “il grave sfruttamento lavorativo, più che in agricoltura, lo ritroviamo in certi negozi, ristoranti e alberghi”.

LA RICHIESTA: RIUNIRE GLI ATTORI CHE VOGLIONO COMBATTERE IL FENOMENO

Sulla scorta di questa consapevolezza “la Prefettura di Rimini ha formalizzato lo scorso 20 maggio il tavolo tematico sullo sfruttamento lavorativo in seno al Consiglio territoriale per l’immigrazione- continua la nota- che chiederemo venga riunito nuovamente al più presto per concordare un piano di azione condiviso da tutti gli attori del territorio che vogliono combattere il fenomeno”. Nel frattempo, il sindacato “sta collaborando con una rete territoriale di soggetti afferenti ai progetti Oltre la strada (Comune di Rimini e Consorzio Mosaico), Diagrammi nord (Flai, Oim, Terra!, Adir, Agci), Sipla (Cidas in collaborazione con Rumori sinistri)- segnalano Battaglia e Rinaldi- per potenziare la presa in carico dei bisogni delle vittime di sfruttamento lavorativo e sensibilizzare il territorio sull’argomento”.

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