Marciani (Fondazione Grimaldi): “Lo sport non è solo agonismo o tessere”

VERONA – Anche “in linea con quello che sta facendo il ministero”, occorre “liberare lo sport da logiche solamente agonistiche o di tesseramento, dalla prigionia dei club e delle federazioni. Lo sport è anche agonismo e deve inseguire l’eccellenza, sicuramente, ma non è solo questo. Sport è anche fare le scale invece di prendere l’ascensore, o andare a piedi da un quartiere all’altro senza prendere auto, con benefici sia sulla società sia sull’ambiente”. Lo evidenzia Luca Marciani, direttore di Fondazione Grimaldi, oggi nel corso e a margine di un incontro nell’ambito della fiera internazionale della logistica sostenibile, LetExpo, di scena a VeronaFiere.

Partecipando a Casa Alis al confronto ‘Inclusione, solidarietà, sport: un progetto valoriale con la persona al centro’, Marciani puntualizza: “Oggi Fondazione Grimaldi è qui a LetExpo per testimoniare il contributo che sta dando la famiglia imprenditoriale della logistica italiana, Grimaldi, allo sviluppo e al bene comune del territorio sia nel territorio natio, Napoli, sia in tutta Italia e in tutto il mondo. Fondazione Grimaldi porta avanti al momento una novantina di progetti, a Napoli e non solo. La prospettiva di inclusione che abbiamo voluto dare all’incontro di oggi, nell’ambito di LetExpo, ha evidenziato come sia necessario oggi intendere lo sport e l’intervento sulla disabilitò nel terso settore sotto un prisma di inclusione, senza lasciare nessuno indietro”.

In particolare, Fondazione Grimaldi interviene creando strutture ‘ad alveare’ dove operano in partnership tra loro dalle 5 alle 10 realtà non profit: “Anche perché – continua Marciani – le persone che seguiamo sono in genere multiproblematiche, così come multiproblematica è la vita. Allo sport si associa l’intervento familiare, e a quest’ultimo l’intervento psicologico, insistendo su prevenzione e cura sanitaria”.

In tutto questo, “la lezione potente della pandemia, o meglio una delle lezioni potenti, è che nessuno è immune da qualche forma di diversità e di difficoltà. Pensiamo alle persone entrate in depressione, o ai fenomeni di autolesionismo tra i giovani. Stare chiusi in casa per così tanto tempo ha portato a comprendere cosa provano, normalmente, i milioni di persone colpite da disabilità o da malattie rare. Ci siamo scoperti tutti fragili”, come fossimo richiamati ad una nuova empatia collettiva, conclude il direttore di Fondazione Grimaldi.
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