“Stiamo concordando con imprese norma che le tuteli dalla concorrenza selvaggia”
“Nei provvedimenti attualmente in fase di approvazione al Parlamento, come la proposta di legge sulle piccole e medie imprese e quelle artigianali, il disegno di legge sulla concorrenza e la legge di bilancio, abbiamo elaborato un pacchetto per supportare e proteggere il settore della moda, del tessile e dell’abbigliamento. In questo modo, rispondo a chi esorta legittimamente il governo a intervenire per salvaguardare la reputazione della filiera della moda italiana e delle piccole e medie imprese che collaborano con i grandi marchi, garantendo così anche la reputazione di questi ultimi che operano nel nostro paese”.
Queste parole sono state pronunciate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l’assemblea generale di Unindustria.
“Esiste una normativa che consente ai marchi di ottenere la certificazione da un ente neutral, riguardo alla legalità, all’ambiente e alle condizioni di lavoro, per tutte le aziende della filiera che forniscono per il marchio. Ciò serve a proteggerli da eventuali azioni legali” ha aggiunto Urso, evidenziando che questo sistema consente all’Italia di “dimostrare globalmente che i nostri prodotti non sono solo eccellenti, di alta qualità, esteticamente piacevoli e ben realizzati, ma anche completamente sostenibili sia da un punto di vista sociale che ambientale, rispettando ogni forma di legalità”.
Allo stesso tempo, “stiamo negoziando con il sistema delle imprese un’altra legge per proteggerle dalla concorrenza aggressiva che si è intensificata recentemente, in particolare da parte dei produttori cinesi. Mi riferisco al fenomeno dell’ultra fast-fashion, che consiste in migliaia di pacchi che arrivano direttamente ai consumatori, eludendo di fatto ogni controllo doganale. In questo ambito, saremo pionieri in Europa, per mettere in atto ciò che è possibile secondo le leggi nazionali, allineandoci con le normative europee, affinché questa situazione venga affrontata tempestivamente, prima che comprometta seriamente la filiera della moda e del tessile-abbigliamento,” ha chiarito nuovamente il ministro.
Ha anche aggiunto che “nei medesimi provvedimenti ci sono misure di portata più ampia, come il trasferimento delle competenze tra lavoratori anziani, in procinto di andare in pensione, che decidono, in accordo con l’azienda, di destinare parte del loro lavoro alla produzione e parte alla formazione di un nuovo assunto giovane in una piccola o media impresa. In questo modo, il giovane potrà apprendere competenze attraverso una formazione guidata da chi ha dimostrato di essere un esperto del Made in Italy. Questo riguarda un segmento tradizionale ma strategico del nostro Made in Italy”.
Ciro Di Pietro

