ROMA – “La ricerca in fisioterapia sarà uno dei punti cardine dell’azione di questo mandato, perché con l’elezione di sabato scorso abbiamo completato l’assunzione definitiva di Associazione tecnico-scientifica”. Ne è convinto Simone Cecchetto, che con 177 voti su 198 è stato eletto da pochi giorni nuovo presidente dell’Associazione Italiana di Fisioterapia-AIFI.
– Ma intanto, se l’aspettava questa vittoria?
“È stata una grande soddisfazione per me ma anche per tutta la lista che rappresento, AIFI SI- Scienza Insieme- racconta all’agenzia Dire- perché è stata la prima assemblea di soci e non più di delegati. La partecipazione è stata consistente e la fiducia che ci hanno riservato i soci è stata alta, quindi sentiamo forte il senso di responsabilità nei loro confronti per fare il meglio possibile in questo triennio”.
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Tornando però ai punti cardine del suo programma, secondo Cecchetto la ricerca in fisioterapia serve “per migliorare sempre di più le risposte ai cittadini, per dare nuove occasioni di formazione e sviluppo ai soci, in primis, e a tutti i fisioterapisti, con un’attenzione particolare allo sviluppo delle competenze specialistiche nei diversi ambiti: muscolo-scheletrico, neurologico, pediatrico, geriatrico sportivo, del movimento pelvico e così di tanti altri ambiti”. Un’attenzione particolare sarà quindi rivolta anche allo sviluppo del mondo accademico, perché “diventa sempre più importante posizionare la fisioterapia al posto giusto nel mondo accademico- sottolinea il neo presidente di AIFI- dal momento che si sta collocando sempre di più come scienza autonoma, con le proprie regole e i propri strumenti”.
Un altro asse di azione sarà ancora rivolto alle istituzioni, perché “ricerca scientifica significa anche ricercare nuovi modelli operativi per sostenere al meglio il sistema salute, per garantire la sostenibilità, l’efficienza e l’efficacia, e per dare sempre nuove e più appropriate risposte ai cittadini. L’ultimo asse, che ci sta particolarmente a cuore, sono i cittadini: vorremmo far capire loro, quanto più possibile, come in alcuni casi la fisioterapia rappresenti la risposta più appropriata ai bisogni di salute”. Ma come cambierà l’AIFI sotto la sua direzione? “AIFI già oggi è una grande realtà, con oltre 5mila soci che hanno già scelto di partecipare a questo grande progetto- risponde ancora Cecchetto alla Dire- È una realtà fatta di 18 sezioni territoriali, che portano lo sviluppo della fisioterapia vicino ai territori; è costituita da sei gruppi di interesse specialistico e al momento quattro, ma cresceranno, network di interesse specifico per sviluppare la fisioterapia nei diversi ambiti. AIFI ha un comitato scientifico di altissimo livello che supervisionerà la produzione scientifica di tutta l’Associazione”.
AIFI cambierà soprattutto nella direzione di essere “pienamente un’Associazione tecnico-scientifica, con la produzione di linee guida e buone pratiche. AIFI offrirà eventi formativi di alta qualità e iniziative rivolte ai cittadini, alle istituzioni e al mondo accademico. La fisioterapia- spiega Cecchetto- è una scienza che riguarda la prevenzione, la valutazione, la cura, l’abilitazione, la riabilitazione e la palliazione di disfunzioni di diversi sistemi corporei, e che interviene secondo cinque grandi macro-strategie contenute nella cassetta degli attrezzi del fisioterapista: l’esercizio terapeutico, la terapia manuale, le terapie fisiche, le tecnologie e l’educazione terapeutica per migliorare la qualità della vita. Mentre i medici salvano vite, noi cerchiamo di migliorare quanto più possibile la qualità di vita delle persone, rallentando il progresso di declino funzionale e di malattie cronico-degenerative, potenziando i processi di recupero funzionale. È proprio questo che vogliamo sviluppare: tante acquisizioni scientifiche le abbiamo già ma c’è ancora molto da fare. Per questo siamo in cammino”.
– Cecchetto, lei ha una lunga esperienza all’interno di AIFI e anche nel mondo della riabilitazione. Come immagina e come dovrà essere la fisioterapia del futuro?
“La immagino soprattutto come una fisioterapia specialistica in diversi ambiti, perché dopo decine di anni dal profilo professionale e dopo una ventina dall’istituzione del corso di laurea, ci rendiamo tutti quanti conto che tre anni per formare il fisioterapista di oggi sono assolutamente insufficienti per formare quello di cui il sistema sanitario ha bisogno. È necessario sviluppare la formazione di base e quella specialistica, perché essere un fisioterapista delle disfunzioni muscolo-scheletriche richiede per esempio delle competenze totalmente differenti da essere fisioterapista nelle disfunzioni neurologiche. Per rispondere sempre meglio al bisogno di salute dei cittadini bisogna allora sviluppare competenze specialistiche. La fisioterapia, poi, è una scienza che ha bisogno sempre e costantemente di essere incarnata nel quotidiano: ogni paziente è unico e irripetibile e la metodologia della ricerca lavora per macro gruppi di pazienti, di cui cerca le mediane del miglioramento. Ecco, dobbiamo allora trovare il punto di incontro tra quello che la ricerca fa su campioni molto estesi e la risposta giusta per quel paziente. Questa è la sfida per il futuro: aiutare ciascun fisioterapista a trovare la migliore risposta per quel paziente in quel momento, cercando di calare i risultati della ricerca nella pratica clinica quotidiana”.
La fisioterapia del futuro, insomma, è posizionata nel mondo accademico “per poter fare ricerca laddove si fa ricerca, quindi nelle università- aggiunge ancora il neo presidente di AIFI- perché oggi sempre di più abbiamo gli strumenti culturali: abbiamo tanti dottori di ricerca e tanti colleghi con abilitazioni scientifiche nazionali, per cui abbiamo tutti i presupposti per entrare ancora di più nel mondo accademico. Dobbiamo potenziare questo campo perché è lì che si fa la fisioterapia del futuro e noi possiamo creare i presupposti perché questo si sviluppi. Infine, vorremmo potenziare le pubblicazioni scientifiche con una nuova rivista nazionale per facilitare, al di là della barriera linguistica italiana, la conoscenza di tutti i soci ma in generale di tutti i fisioterapisti, così come puntare ad una rivista scientifica internazionale- conclude- per proiettarci in un panorama ancora più ampio”.
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“Ritengo che sia un bilancio estremamente positivo, in quanto ci sono state importanti novità per la professione e leggi tutto l’articolo sul sito della fonte