Poca partecipazione alla risiera di San Sabba, unico campo di concentramento in Italia

TRIESTE – La prima cerimonia ufficiale, dopo le limitazioni Covid, alla Risiera di San Sabba di Trieste per l’occasione della Giorno della Memoria non ha richiamato il pubblico a cui il monumento nazionale alla Shoah era abituata per l’occasione. Sull’ampio piazzale dell’ex campo di sterminio, sferzato da una bora gelida, sono arrivate quattro-cinque classi scolastiche che hanno assistito ai discorsi dei sindaci e le preghiere dei ministri di culto di tutte le confessioni di Trieste, a cominciare dal rabbino capo Alexandre Meloni. Numerosi invece i rappresentanti istituzionali, civili e militari, di sindacati, partiti, e associazioni combatentistiche, dei sopravvissuti alla Shoah, e della società civile. Tra queste, per la prima volta nel comitato ufficiale, anche l’Arcigay in memoria degli omosessuali sterminati dal nazismo. Secondo il rabbino di Trieste, non sempre si deve guardare alla quantità della partecipazione. “Ricordiamo anche che non è un giorno festivo, è un giorno lavorativo. Capisco anche le persone che devono pensare prima al lavoro che venire e partecipare a questa cerimonia. Sono convinto- conclude Meloni- che pur non essendo presenti tutti hanno avuto un pensiero particolare”.

Sebbene una grande partecipazione di pubblico sia sempre gradita, aggiunge il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, “oggi la situazione meteorologica non aiutava. Però è importante esserci o per lo meno seguire a distanza il Giorno della Memoria, ma che non può concludersi in un giorno. Dobbiamo portare avanti un’opera di informazione, portando anche testimonianze di chi quei periodi drammatici li ha vissuti, affinché ci sia una memoria costante, non solo un avvenimento”, conclude.
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