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Tiezzi (Odcec Arezzo): “I commercialisti hanno un progetto senza visione”

NewsTiezzi (Odcec Arezzo): “I commercialisti hanno un progetto senza visione”

Le criticità della bozza rinviata in Consiglio dei ministri: “A differenza di altre professioni il testo è frammentato e rischioso con un allarme su previdenza e sistema elettorale”

AREZZO – “La bozza di riforma della nostra categoria, attualmente rinviata e oggetto di un acceso dibattito, presenta numerose criticità che non possono essere trascurate. Il testo appare frammentato, con linee guida poco definite e parametri d’azione confusi, a differenza di quanto sarebbe necessario per una professione complessa come la nostra”.

Lo rende noto Roberto Tiezzi (nella foto), Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Arezzo.

Numerosi Ordini territoriali, insieme alle principali sigle sindacali (Adc, Anc, Andoc, Unico), hanno già segnalato la mancanza di un confronto adeguato e contestato le modalità con cui è stata gestita la stesura del testo, giudicandole poco trasparenti e scarsamente condivise.

Il rischio che una riforma approssimativa possa indebolire la categoria, generando divisioni interne e incertezze operative, è un tema che merita la massima attenzione.

Tra le questioni più delicate emergono le modifiche al sistema elettorale, che rischiano di concentrare eccessivamente il potere nelle mani del Consiglio Nazionale a scapito della rappresentanza locale e democratica.

Non meno preoccupante è il profilo previdenziale, con previsioni che potrebbero penalizzare gli iscritti alla sezione B dell’albo.

“La causa – prosegue Tiezzi – è che la proposta è stata, di fatto, elaborata dal CNDCEC senza un reale coinvolgimento della base e dei Consigli territoriali.

L’unico confronto è avvenuto in una riunione fra presidenti, dopodiché il testo definitivo è stato presentato alla politica senza alcuna ulteriore condivisione con gli Ordini.

Il risultato è un progetto confuso, che nella parte relativa alle modalità elettorali presenta persino profili di incostituzionalità”.

L’assenza di chiarezza è emersa anche nella legge delega, il cui impianto appare vago, generico e lontano dalla funzione che uno strumento di delega normativa dovrebbe garantire.

Un confronto con la riforma proposta per tutte le altre professioni appare inevitabile, perché rappresenta, invece, un modello di testo organico e articolato, frutto di un’analisi approfondita e di uno scambio costruttivo.

Pur con alcuni aspetti di cui occorrerà fare chiarezza, anche il ‘riordino’ degli avvocati affronta in maniera chiara molteplici elementi fondamentali della professione – dal giuramento al segreto professionale, dal codice deontologico all’organizzazione – ponendo le basi per un ordinamento moderno e condiviso.

Inoltre, grazie a modifiche mirate sulle incompatibilità e a specifiche previsioni, per gli altri ordinamenti è stato previsto un ampliamento degli ambiti professionali: un passo che per i commercialisti non è neppure stato preso in considerazione.

“In sintesi – conclude Tiezzi – se le proposte di riforma già approvate dal CdM mostrano sensibilità e attenzione verso gli iscritti, quelle dei commercialisti, così come redatte dal CNDCEC, appaiono timide, prive di una visione chiara e bisognose di ulteriori tempi di maturazione.

Mi auguro che il nostro Ministero vigilante, sempre attento alle professioni, sappia cogliere l’occasione del rinvio in Consiglio dei ministri per rivedere i contenuti della riforma, trasformandola in un vero momento di cambiamento a beneficio non solo degli iscritti, ma dell’intera collettività”.

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